L’osteopatia di Paget è una patologia focale cronica del rimodellamento osseo, che può colpire uno o più distretti scheletrici che si presentano tipicamente ingrossati e deformati. La malattia è molto rara in soggetti al di sotto dei 30 anni e nella maggior parte dei casi viene diagnosticata dopo i 50 anni. La prevalenza della malattia di Paget è estremamente variabile nelle diverse aree geografiche: e’ più frequente in Europa (in particolare modo in Inghilterra), Nord America (USA 3% in soggetti di origine europea), Nuova Zelanda (3%) ed Australia (circa il 4%), rara in Asia e rarissima in Africa. La razza bianca sembra essere maggiormente interessata dalla patologia pagetica. La malattia ossea di Paget è caratterizzata da un anomalo e tumultuoso aumento dei processi di rimodellamento osseo, nel corso dei quali si realizza un caotico alternarsi delle fasi di riassorbimento e formazione.
Dal punto di vista eziologico, molte evidenze suggeriscono che particolari fattori ambientali potrebbero contribuire alla patogenesi della osteopatia di Paget. Alcuni studi più recenti hanno confermato la presenza di sequenze di mRNA nucleocapsidico appartenenti al virus del morbillo o ad altri paramixovirus non solo nel citoplasma e nel nucleo degli osteoclasti pagetici. Circa il possibile ruolo di fattori genetici, lo sviluppo delle moderne tecnologie di genetica molecolare ha permesso di individuare sette potenziali regioni cromosomiche (loci di suscettibilità) riconducibili all’osteodistrofia di Paget. Le mutazioni che interessano il gene del Sequestosoma 1 (SQSTM1), nel locus PDB3 sul cromosoma 5q35, rappresentano attualmente la causa maggiore di malattia ossea di Paget L’ipotesi più plausibile ad oggi è che mutazioni in uno o più geni possano esercitare un effetto predisponente, probabilmente legato ad un aumento dell’osteoclastogenesi basale, creando così un ambiente favorevole per lo sviluppo della malattia ossea di Paget. la malattia puo’ coinvolgere piu’ di un segmento osseo, ed in questo caso la forma e’ detta poliostotica, oppure limitarsi ad un solo distretto, forma questa conosciuta come monostotica. I segmenti ossei piu’ colpiti sono il bacino, quindi le vertebre, i femori, la tibia, il cranio e l’omero, con un percentuale oscillante dal 67 al 23%. In circa il 20-40 % dei casi la malattia è asintomatica. Il dolore osseo e le deformita’ scheletriche, al cranio, al bacino oppure al femore ed alle tibie, rappresentano gli aspetti clinici fondamentali della malattia.