I trattamenti non farmacologici dell’osteoporosi sono rivolti ai soggetti già osteoporotici, con o senza fratture preesistenti, a elevato rischio di prima o ulteriore frattura. Essi includono l’alimentazione, l’attività fisica e alcune modificazioni dello stile di vita finalizzate a eliminare o ridurre in maniera consistente i fattori di rischio modificabili.
Alimentazione. Quando l’apporto di calcio e vitamina D sono insufficienti, i supplementi sono in grado di ridurre significativamente il rischio di frattura. Le dosi consigliabili di supplementi di calcio vanno commisurate al grado di carenza alimentare e in generale sono comprese tra 500 e 1000 mg al giorno. Inoltre, è spesso necessaria una supplementazione con vitamina D, alle dosi di 800-1000 Unità Internazionali (UI) al giorno o, negli individui anziani con inadeguato apporto di calcio e d’inverno, a dosi superiori. La vitamina D, oltre che quotidianamente, può essere somministrata una volta alla settimana, una volta al mese o addirittura ogni 3, 6 o 12 mesi.
Un giusto apporto di calcio e vitamina D rappresenta inoltre la premessa di base per qualsiasi trattamento farmacologico specifico, poiché una loro carenza costituisce la causa più comune di mancata risposta alla terapia farmacologia dell’osteoporosi.
È inoltre importante introdurre con l’alimentazione un adeguato apporto proteico: le proteine si sono dimostrate in grado di ridurre il rischio di frattura del femore in entrambi i sessi e sono necessarie non solo per mantenere la funzione del sistema muscolo-scheletrico, ma anche per ridurre il rischio di complicanze dopo una frattura osteoporotica.
Attività fisica. L’attività fisica è importante per la salute dell’osso, al contrario dell’immobilizzazione che, anche per brevi periodi, è deleteria per la massa ossea. Nelle donne in post-menopausa l’attività fisica aerobica – detta anche comportante carico (ad es., jogging, ballo o ginnastica) – è in grado di prevenire l’1% della perdita minerale ossea annua (il beneficio maggiore è stato riportato sulla colonna vertebrale); riduce inoltre il rischio di caduta. Nei soggetti che hanno già subito una frattura, l’attività fisica diventa particolarmente importante, soprattutto con l’esecuzione di esercizi mirati non solo al rinforzo muscolare, ma anche alla rieducazione della deambulazione e al miglioramento dell’equilibrio, per ridurre, in particolare negli anziani, il rischio di cadute e i traumi a esse correlati.
Modificazioni dello stile di vita. Poiché è noto che alcuni fattori di rischio per osteoporosi sono modificabili, è raccomandabile eliminarli: smettere di fumare e limitare l’assunzione di alcolici sono provvedimenti non farmacologici importanti da adottare prima possibile.
Bibliografia
- Adami S, Bertoldo F, Brandi ML, et al.; Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro. Linee guida per la diagnosi, prevenzione e terapia dell’osteoporosi. Reumatismo 2009;61(4):260-84.
- http://emedicine.medscape.com/article/330598-overview
- Ministero della Salute. Linee guida per la prevenzione dell’osteoporosi.
- Quaderni del Ministero della Salute. Appropriatezza diagnostica e terapeutica nella prevenzione delle fratture da fragilità da osteoporosi. Luglio-agosto 2010, n. 4.